con l'arrivo della bella stagione quanti libri state divorando?
Oggi parliamo di una scrittrice che già in passato ho avuto occasione di recensire (qui): Amélie Nothomb e il suo racconto Mercurio.
Scheda tecnica: pubblicato nel 1999 da Voland al prezzo di 12 euro, è uno dei tanti romanzi della scrittrice, nata in Giappone e ora residente in Francia, diventata famosa nel 1992 con Igiene dell'assassino, tradotta in trenta lingue e amatissima dal pubblico, che ogni anno ne segue le pubblicazioni.
L'arrivo dell'infermiera incrina gli equilibri del castello: Françoise si accorge dell'anomala prigionia a cui è soggetta la ragazza e cerca di farle capire che quello che ritiene essere il suo salvatore altri non è che il suo carceriere, che le ha sempre nascosto la vera natura e la vera bellezza del suo volto.
Persino il finale viene giocato sul gioco dell'ambiguità e del gioco teatrale di maschere e finzioni: la scrittrice dichiara di aver scritto due finali, entrambi validi pur nella loro differente risoluzione, lasciando al lettore la facoltà di scegliere.
Interessante la trama intrecciata dalla Nothomb che gioca molto sul rapporto tra le due donne, Hazel e Françoise, ma non solo: con un ininterrotto susseguirsi di rimandi e ammiccamenti, Hazel pare il doppio dell'antico amore del capitano, Adèle, tragicamente suicidatasi dopo 10 anni di forzata prigionia. Rimandi che proseguono nel corso del libro fino al finale aperto, doppio, per l'appunto.
Interessante la trama, adatta a una trasposizione teatrale, dove il gioco di maschere, buio e luce, specchi e vista possono essere degnamente sviluppati.
Carente lo stile. Come già notato nella precedente lettura della Nothomb, la scrittrice non brilla per stile, lascia spazio alla trama senza aggiungere nulla. Una chiara scelta, ovviamente, ma che rischia di impoverire e rendere sterile una trama che invece ha molti risvolti e tematiche interessanti.
"Per la maggior parte delle persone amare è un dettaglio della vita, alla stregua dello sport, delle vacanze, degli spettacoli. L'amore, da parte sua, dovrebbe essere concreto, quadrare con la vita che ci si è scelti. Per l'uomo, con la carriera; per la donna, con i figli. In una prospettiva simile, l'amore può essere solo una sbandata, una malattia preferibilmente breve. Di qui le caterve di luoghi comuni con finalità terapeutiche sul carattere effimero della passione. Io invece ho provato che se si costruisce il proprio destino a partire dall'amore, l'amore dura in eterno."
Voto: 2,5 stelline