Buonasera miei cari lettori!
In primo luogo vi ricordo l'appuntamento con il
Circolo di Lettura fissato il 28 Febbraio alle 21!!!
Questa sera voglio presentarvi un libro di un certo peso, dal grande spessore storico e scritto da una delle firme più autorevoli del panorama italiano e internazionale: Il cimitero di Praga, di Umberto Eco.
Scheda tecnica: romanzo edito in Italia da Bompiani il 29 Ottobre 2010, al costo di 19.50 euro. In 523 pagine si snodano le intricatissime vicende di Simone Simonini, oscuro personaggio, un falsario che ci trascina al centro di numerosi eventi storici avvenuti nella seconda metà dell'Ottocento e agli albori del Novecento. Il protagonista, piemontese, partecipa alla spedizione dei Mille per conto dei servizi segreti sabaudi, si trasferisce a Parigi dove spicca per le sue doti di falsario, viene assoldato prima dal controspionaggio dell'impero francese e poi dalla Terza Repubblica Francese, fino a collaborare anche coi servizi segreti russi. La sua esistenza alterna omicidi, intrighi, documenti falsi a un profondo odio verso gli ebrei, che lo indurrà a scrivere i Protocolli, testo di pura invenzione in cui ebrei riuniti nel Cimitero di Praga complottano per conquistare il mondo.
Mi accosto con profonda umiltà a questo libro, consapevole di avere a che fare con uno Scrittore dotato di una conoscenza profonda e dettagliata del periodo storico preso in esame. Interessante la precisazione che Eco aggiunge nella Postfazione, in cui sottolinea che tutti i personaggi e gli eventi descritti nel libro sono realmente esistiti e avvenuti, ad eccezione del protagonista, Simonini, unica figura frutto dell'accostamento di quanto detto e fatto da persone differenti.
Potente l'impalcatura su cui è costruita l'intera vicenda. Il nostro Simonini ci accompagna attraverso un periodo storico cruciale e fondamentale per gli avvenimenti che influenzeranno tutto il secolo successivo. La vera protagonista del romanzo è la Storia, a partire dai moti italiani e dall'unificazione della penisola ad opera dei Mille, fino alla complessa situazione francese, con lo scoppio della guerra franco-prussiana e la caduta dell'impero di Napoleone III.
Simonini ci introduce nella società parigina, permettendoci di osservare da vicino le differenti realtà sociali e i molteplici fermenti culturali. L'attenzione dell'autore è focalizzata in particolare su due elementi fondanti la sensibilità dell'opinione pubblica europea: i massoni e gli ebrei. In un vortice di documenti falsi, grandissime truffe architettate ad arte, messe nere e movimenti satanisti, autori di testi scandalistici, potenti gesuiti e committenti disposti a pagare grandi cifre per ottenere la "propria" verità, Simonini non solo si trova coinvolto nello scandalo Dreyfus - di cui falsifica un documento - ma progetta una serie di libri polemici, di grandissimo successo, contro le logge massoniche.
Personaggio cinico, dotato di una certa intelligenza ma afflitto da paranoie, misogino e avverso profondamente a qualsiasi tipo di relazione con il genere femminile, gran mangiatore, non mostra alcuna remora nell'uccidere chi intralcia i suoi piani e nel perseverare il suo unico obiettivo: danneggiare gli ebrei, popolo verso cui manifesta un radicato e profondissimo odio. Odio che lo porta a scrivere un documento, storicamente attestato, che sarà considerato a lungo - anche da Hitler - davvero autentico, pieno zeppo di tutti gli stereotipi antisemiti diffusissimi all'epoca e ampiamente strumentalizzati dai governi.
Perfetto lo stile e notevole le scelte narrative. Ci sono ben tre narratori: uno che afferma aver trovato un diario e mostra la volontà di riportare quanto scritto; due autori del diario, uno il nostro Simonini, l'altro un certo abate Dalla Piccola, che abita in un appartamento comunicante con quello del falsario. I due ammettono di avere difficoltà a ricordare molti eventi della loro esistenza e procedono con una serie di concatenati flash-back che porteranno alla luce, nel corso della narrazione, la verità.
Una bellissima lezione di storia, una descrizione precisa e dettagliata della società della seconda metà dell'Ottocento, narrata dal punto di vista di un personaggio che si trova a rivestire un ruolo di primo piano in cruciali avvenimenti.
"Ora il senso dell'identità si fonda sull'odio, sull'odio per chi non è identico. Bisogna coltivare l'odio come passione civile. Il nemico è l'amico dei popoli. Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. L'odio è la vera passione primordiale. È l'amore che è una situazione anomala. Per questo Cristo è stato ucciso: parlava contro natura. Non si ama qualcuno per tutta la vita, da questa speranza impossibile nascono adulterio, matricidio, tradimento dell'amico... Invece si può odiare qualcuno per tutta la vita. Purché sia sempre là a rinfocolare il nostro odio. L'odio riscalda il cuore"
Voto: 5 stelle!
Siete d'accordo? Che ne pensate??