che ne dite di leggere qualche buon classico?
Oggi vi propongo un romanzo annoverato tra i classici del Romanticismo ma che può essere letto ancora oggi con un certo piacere: La signora delle camelie di Alexandre Dumas.
Scheda tecnica: l'edizione che vi propongo è quella Oscar Mondadori, pubblicata per la prima volta nel 1981 ma ristampata più e più volte, al prezzo di 8.50 euro.
L'autore, Alexandre Dumas, nasce nel 1824 a Parigi dal famoso scrittore Alexandre Dumas e da Catherine Labay, con cui trascorre l'infanzia, non riconosciuto dal padre. Compone La signora delle camelie nel 1848 in un mese soltanto, riportando la storia romanzata della sua relazione con Marie Duplessis, una prostituta di cui si innamora perdutamente. Il successo del romanzo è vasto e ispira a Verdi una delle sue opere più famosi La traviata.
Riesce difficile dare un giudizio netto riguardo a questo libro e tante sono le considerazioni e le riflessioni che andrebbero fatte.
In primo luogo non bisogna dimenticare il periodo storico in cui è stato concepito: Dumas scrive in pieno Ottocento, nel periodo di massima fioritura del Romanticismo.
In secondo luogo, occorre sempre ricordarsi che siamo di fronte a una storia vissuta in prima persona da un Dumas giovane che decide di trascrivere e riportare una porzione della sua vita, apparentemente senza grosse pretese letterarie. Lui stesso infatti dice alla fine del libro che l'unico merito della sua storia è quello di "esser vera". Qui, probabilmente, risiede il valore di questo romanzo, questa sua pretesa di essere storia vera, narrata con slancio e passione da un autore che riporta fedelmente una porzione della sua esperienza personale. Proprio questo aspetto conquisterà il pubblico dei contemporanei, che accolse con grande favore la pubblicazione del testo, a differenza di intellettuali e i critici, sempre aspri delatori di Dumas,
La vicenda ruota attorno alla travagliata storia d'amore tra Armando, giovane di ceto borghese in cerca di fortuna a Parigi, e Margherita, la più bella cortigiana della città, ambita e ammirata, piena di amanti e mantenuta da un ricco duca. Tra Armando e Margherita nasce un sentimento profondo, intenso, tragico.
Se da un lato ci affascina la storia di questa prostituta che si innamora e che si sacrifica per il vero amore, dall'altra siamo un pochino perplessi dai toni e dal melodramma che emerge la vicenda.
Da un punto di vista strettamente narrativo e stilistico Dumas non sembra brillare, tranne per una trovata interessante (che non inventa lui ): crea il suo doppio. L'io narrante riporta le vicende, dicendo di aver ascoltato, e letto, le parole del protagonista, Armando. Il lettore sa che il narratore altri non è che il doppio di Dumas, reale protagonista della vicenda, ma questo artificio permette non solo di dare credibilità alla narrazione ma anche di tentare di descrivere con coerenza e logica le passioni e gli amori dei protagonisti.
La vicenda, però, coinvolge. L'intensa e appassionata storia che si consuma ha il pregio di esaltare il personaggio di Margherita, eroina moderna, esempio di vero amore, disposta a sacrificarsi e a cambiare, radicalmente, per il suo Armando.
I toni sono quelli del romanticismo, il ritmo pure, non stupiamoci di leggere un romanzo con stile e velocità diversa rispetto a quello che ci capita di leggere ora. Siamo nelll'Ottocento.
Resta, però, prodigiosa la sua capacità di emozionare e scavare nell'animo umano, capacità che rende questo romanzo comprensibile anche a noi, duecento anni dopo.
"Non voglio trarre da questo racconto la conclusione che tutte le donne del genere di Margherita siano capaci del suo tanto sacrificio: me ne guarderei bene. Ma venni a sapere che una di esse aveva provato nella sua vita un amore serio, ne aveva sofferto, ne era morto: e ho raccontato al lettore quello che sapevo. Era mio dovere."
Voto: 8 stelline