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mercoledì 24 settembre 2014

#weekly quotes


Con la lettura ci si abitua a guardare il mondo con cento occhi, 
anziché con due soli,
 e a sentire nella propria testa cento pensieri diversi, anziché uno solo. 
Si diventa consapevoli di se stessi e degli altri. 
Gli uomini senza la lettura non conoscono che una piccolissima parte delle cose che potrebbero conoscere. 
La lettura può dare cento, mille vite diverse ed una sapienza ed un dominio sulle cose del mondo che appartengono solo agli dei.


Sebastiano Vassalli



sabato 20 settembre 2014

Il mondo di Sofia

Buongiorno cari book lovers e buon w-e,

come procedono le vostre letture?
Io, tra un libro e l'altro, vorrei parlarvi di un testo che penso dovrebbe essere inserito tra i libri "obbligatori" alle scuole superiori: Il mondo di Sofia di Jostein Gaarder.


Scheda tecnica: pubblicato da Longanesi nel lontano 1994 e oggetto di numerosissime ristampe, ha ottenuto un successo pazzesco, ben al di fuori della nazione dell'autore. Jostein Gaarder, di cui abbiamo già avuto modo di parlare riguardo al suo L'enigma del solitario, norvegese, insegnante di filosofia, è diventato famoso grazie al libro di cui parleremo oggi.

542 pagine (io ho una vecchissima edizione, trovata in biblioteca) per raccontare la storia della filosofia attraverso l'espediente letterario del romanzo, in cui una ragazzina, Sofia, viene istruita da un misterioso insegnante, Alberto Knox, che decide di istruire la quattordicenne e trasmetterle le riflessioni e le scoperte più importanti a cui la mente dell'uomo è giunta attraverso il passare dei secoli.
A partire dal mondo greco, da Socrate, Platone, Aristotele, passando attraverso la filosofia medievale di Tommaso d'Aquino, giungendo ai romantici, a Hegel, Marx, Freud e Sartre. 
Una cavalcata attraverso tutta la storia del pensiero umano, un regalo che un insegnante decide di offrire a una bambina che sta ormai diventando donna e deve imparare a pensare.
La cornice letteraria rimane marginale, non particolarmente solida, un chiaro espediente per contenere in una formula leggera e agile l'insegnamento che lo scrittore si propone di trasmettere. Questo libro può essere considerato a tutti gli effetti un vero e proprio manuale di filosofia, e deve essere giudicato come tale; a differenza dell'Enigma del solitario, dove la trama regge, scorre con coerenza e con grande abilità, qui il contesto non risulta particolarmente credibile perché non è questo, in fondo, che conta ma l'intento di proporre, primo esempio in letteratura, un manuale facile, fruibile, scritto in modo comprensibile e scorrevole, della storia del pensiero umano.
Un libro che non gode tanto di valore letterario ma che è l'opera di uno scrittore dotato di una penna fortunatissima e della rara capacità di comunicare concetti complessi in termini chiari e appassionanti.
Un ottimo strumento che gli insegnanti di filosofia, e non solo, dovrebbero imparare a sfruttare per dare nuova linfa alla loro materia, non sempre facilmente fruibile o non sempre apprezzata come meriterebbe.
Ottimo lo stile di Gaarder, chiaro e allo stesso tempo mai banale, dotato di limpidezza espositiva e di momenti di piacevole lirismo.

"Non so se sono d'accordo. Non è proprio ponendoci queste domande che sentiamo di vivere? Inoltre è sempre avvenuto che, quando l'uomo si è sforzato di trovare una risposta alle grandi domande, ha trovato risposte chiare e definitive a domande minori. Scienza, ricerca e tecnica sono nate, per così dire, dal senso delle riflessioni filosofiche. In fondo non è stato lo stupore dell'uomo verso l'esistenza che alla fine lo ha portato sulla luna?"

Voto: 3 stelline

mercoledì 17 settembre 2014

La nostalgia felice

Bentrovati cari book lovers,

oggi vi propongo la recensione di un romanzo di una scrittrice molto amata, pubblicata da una casa editrice molto in interessante, che però non mi ha convinta: La nostalgia felice di Amélie Nothomb.


Scheda tecnica: pubblicato da Voland nel 2014 al prezzo di 14 euro, è l'ultima opera della scrittrice Amélie Nothomb, nata in Giappone, luogo dove trascorre l'infanzia a fianco del padre diplomatico. A 21 torna in Giappone dove lavora per un anno in un'impresa: l'esperienza disastrosa le fornirà ispirazione per un romanzo che le regala un grande successo. Da allora scrive quasi un libro all'anno ottenendo premi e successi di pubblico. Vive tra Parigi e Bruxelles. 

Questo breve romanzo (118 pagine) vuole essere una sorta di resoconto del ritorno della scrittrice nel suo amato Giappone dopo anni e anni di assenza. Il viaggio è documentato da una troupe televisiva, che segue attentamente la Nothomb durante il suo viaggio nei ricordi di un tempo passato, punteggiato da felici momenti scolastici, un intenso amore giovanile e una tata adorata.
La scrittrice parla in prima persona, spiegando e descrivendo i suoi contrastanti stati d'animo nel relazionarsi con questo ritorno "a casa" e con il suo rapporto complesso e radicato con il Giappone.
Le pagine sono quindi scandite dal flusso di pensieri della Nothomb e dai suoi incontri.
Onestamente mi aspettavo altro da questa lettura. Probabilmente è stato un errore approcciarsi per la prima volta questa scrittrice attraverso questo libro: l'intento quasi autocelebrativo, il focus su se stessa, e lo scarso interesse nelle descrizioni del Giappone, lasciano ben poco al lettore.
Un libro che non veicola alcun messaggio, abbastanza inutile, a mio parere, la lettura di queste pagine e sconsigliata.
Probabilmente sarebbe meglio provare la lettura di altre opere e dare la possibilità alla Nothomb, molto amata dal pubblico, di far sentire la propria voce attraverso altre pagine.
Voi che ne pensate??

Voto: 1 stellina

domenica 14 settembre 2014

Premio Campiello - stravince il più giovane: Giorgio Fontana

Buona domenica cari book lovers,

ieri sera la grande finale del Premio Campiello che ha visto vincere il più giovane tra i cinque finalisti: Giorgio Fontana con il suo Morte di un uomo felice edito da Sellerio.
Fontana, 33 anni, supera con 107 voti su 291 della Giuria dei Trecento Lettori Anonimi i suoi rivali: Michele Mari si piazza secondo con il suo romanzo d'avventura, picaresco, di stampo classico Roderick Duddle (Einaudi), seguito da Mauro Corona e il suo La voce degli uomini freddi (Mondadori),  Giorgio Falco con La gemella H (Einaudi) e ultima Fausta Garavini con Le vite di Monsù Desiderio (Bompiani).

Originario di Saronno, Fontana, che di giorno lavora in una agenzia di software e di sera scrive, aveva spiegato parlando del suo libro: "Quello che più mi stava a cuore è il rapporto tra padre e figlio a cui sono legati temi come la riflessione sulla giustizia e il rapporto fra generazioni. Ho fatto un lavoro di ricerca molto grosso e ho usufruito del distacco che mi può dare non aver vissuto quegli anni. E Milano, è qualcosa di più di uno sfondo nel libro, è una mia ossessione narrativa. La amo e la odio".

Il romanzo, che narra le vicende del magistrato Giacomo Colnaghi e della sua lotta la terrorismo nella Milano degli anni '80 con lo sfondo della storia di suo padre partigiano, è stato accolto molto positivamente e sottolinea la linea di questo premio, che punta a diventare promotore di giovani talenti e modello per le generazioni attuali.

Ringraziando il Presidente di Confindustria Veneto, Zuccato, che gli ha consegnato il premio, Fontana ha dichiarato: "Grazie di cuore alla giuria dei Letterati, dei lettori. Al mio editore Sellerio. Lo prendo come una pacca sulla spalla per lavorare meglio. Come diceva Stephen King quando si scrivere bisogna chiudere la porta e lasciare tutto dietro di se però poi quando si apre la porta e non trovi nessuno ci rimani male".


Ora, non ci resta che leggere il libro.
Io sono curiosissima. Voi??
Buona domenica di letture!

sabato 13 settembre 2014

#weekly quotes


La mia bambina ha una bambola,
e la sua bambola ha tutto:
il letto, la carrozzina,
i mobili di cucina,
e chicchere, e posate, e scodelle,
e un armadio con i vestiti
sulle stampelle, in folla,
e un ‘automobile a molla
con la quale
passeggia per il corridoio
quando le scarpe le fanno male.
La mia bambina ha una bambola,
e la sua bambola ha tutto,
perfino altre bamboline
più piccoline,
anche loro con le loro scodelline,
chiccherine, posatine eccetera.
E questa è una storiella divertente
ma solo un poco, perché
ci sono bambole che hanno tutto
e bambini che non hanno niente.

Gianni Rodari
Bambini e bambole


lunedì 8 settembre 2014

L'enigma del solitario

Buonasera miei cari book lovers,

che ne pensate di questo rientro settembrino? Traumatico? Beh, allora abbiamo bisogno della book-therapy: leggiamo!
La recensione di oggi riguarda il romanzo di un autore che ho avuto la fortuna, e il piacere, di incontrare a Mantova al Festivaletteratura. Mi riferisco a L'enigma del solitario di Jostein Gaarder.


Scheda tecnica: pubblicato in Italia per la prima volta nel 1996 da Longanesi (ora è stampato da Tea) è opera dello scrittore norvegese Jostein Gaarder, famoso per il libro Il mondo di Sofia. 351 pagine al prezzo di 8.50 euro, che racchiudono un romanzo di formazione intriso di filosofia, fantasia, mondo immaginario, nani, jolly, viaggi e amore.

A bordo di una Fiat rossa si sviluppa l'avventura di Hans Thomas, dodicenne norvegese, che parte da casa insieme al padre e percorre tutta l'Europa in macchina per raggiungere Atene e ritrovare la madre, allontanatasi per "ritrovare se stessa".
Il percorso dei due viene intervallato da soste e incontri: un nano e un panettiere svizzero lasciano tra le mani di Hans Thomas il libro più piccolo che il ragazzo abbia mai visto, in cui viene narrata la storia di un luogo magico, dove l'immaginazione di un uomo è in grado dare vita a un universo di nani, ognuno corrispondente a una carta da gioco.
Mentre il padre istruisce il figlio su grandi e importanti riflessioni filosofiche, mentre i due visitano l'Europa in attesa di ritrovare l'amata madre e moglie, Hans Thomas legge, di nascosto, il libricino segreto. Dovrà risolvere un mistero, l'enigma del solitario, un enigma che coinvolge tutta la sua famiglia per poter comprendere a fondo il significato delle pagine che conserva tra le mani.
Gaarder confeziona un libro piacevolissimo; dotato di una scrittura fluida e scorrevole, si destreggia con abilità nel descrivere i due piani attraverso cui si dipana la vicenda, il viaggio reale e il viaggio immaginario attraverso le parole del libricino. Notevole la sua capacità di rendere comprensibili e interessanti concetti e tematiche complesse e filosofiche. Attraverso le parole del padre di Hans, Gaarder, che per tanti anni è stato professore di filosofia, ci regala piccole lezioni utilissime e appassionanti.
Una lettura che dovrebbe essere consigliata ai ragazzi delle superiori perché possano avvicinarsi alla cultura e all'arte del pensare, ricordando sempre un insegnamento fondamentale: stupirsi del mondo.

"Il tempo ci rende adulti. E il tempo fa sì che antichi templi crollino e che isole ancora più antiche sprofondino nel mare. C'era davvero un libro nel più grosso dei quattro panini che il panettiere di Dorf mi aveva messo nel sacchetto? Non c'è domanda che rivolga a me stesso con maggiore frequenza. Analogamente a Socrate, potrei dire: "Una cosa sola so: ed è di non sapere nulla". Ma qualcosa, dentro di me, sa che c'è ancora un Jolly in giro per il mondo. Sarà lui a far sì che il mondo non si addormenti. In qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, potrebbe spuntare un minuscolo giullare coperto di campanelli. E allora, guardandoci dritto negli occhi ci ripeterà le domande: "Chi siamo noi? Da dove veniamo?"

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/vita/frase-69434?f=w:409>
Voto: 4 stelline