in attesa di assaporare i commenti su La donna dei tesori durante il nostro circolo di lettura del 2 marzo, parliamo di un romanzo di una interessante - e parecchio apprezzata - autrice irlandese: Ragazze di campagna di Edna O'Brien.
Scheda tecnica: pubblicato per la prima volta nel 1960, opera prima di una giovane scrittrice allora sconosciuta, venne accolto benevolmente dall'ambiente letterario ma fu condannato e messo al rogo dagli ambienti conservatori per la spregiudicatezza e libertà di espressione delle emozioni e dei desideri sessuali delle donne, che venivano rivendicati nel libro per la prima volta con così tanta forza. Il romanzo è stato riproposto, con una nuova traduzione, nel 2013 da Lit Edizioni al costo di 17,50 euro.
Il romanzo, fortemente autobiografico, è ambientato nelle campagne irlandesi del dopoguerra dove povertà e misere condizioni di vita coesistono con lutti e problemi di alcool. La protagonista, Caithleen, vive insieme alla madre e al padre ubriacone. La sua esistenza è sconvolta dalla morte accidentale della madre tanto amata, che le lascia una ferita profonda e indelebile. Insieme all'amica-nemica Baba va a studiare nella grande città, in un collegio di suore, che però abbandona prima di aver concluso perché spinta dall'amica, desiderosa di vivere emozioni vere.
La trama è orchestrata magistralmente, il ritmo è incalzante e serrato. Il percorso di formazione delle due protagoniste, prima bambine e infine donne, che seducono uomini, si innamorano e compiono follie, è seguito con attenzione e con una straordinaria capacità di sondare e spiegare i comportamenti femminili.
Baba e Caithleen non sono due eroine il cui comportamento è offerto come esempio per le ragazze a loro coetanee; la O'Brien sonda le emozioni e le pulsioni di queste due adolescenti - e non si dimentichi mai il periodo storico in cui è ambientata la vicenda e l'anno di pubblicazione del testo - senza nascondersi dietro a perbenismi e finzioni narrative e tenta, con successo, di proporre due protagoniste vere, le cui sfaccettature e sfumature diventano specchio e strumento di conoscenza della realtà sociale e morale dell'Irlanda dell'epoca.
Magistrale la scrittrice, che ha composto l'opera quando aveva trent'anni, e consapevole delle sue capacità descrittive e stilistiche che dosa con cura e attenzione, regalando al lettore un affresco vivo e vivace dell'Irlanda degli anni Cinquanta e Sessanta.
"Ero felicissima e lo era anche lui. Ce ne stavamo seduti per ore in soggiorno e io osservavo il suo viso ossuto, ascetico, il naso sottile e quegli occhi che sembrava avessero sempre qualcosa da dirmi, occhi che scintillavano come ambra, per via del paralume giallo della lampada da tavolo."
Stelline: 4