quale attività migliore per questa giornata grigia e uggiosa? Leggere, ovviamente.
Vi ricordo che per tutto il mese di aprile è possibile leggere e commentare il libro In piena luce di Zoe Wicomb, scrittrice sudafricana estremamente interessante.
Oggi vi propongo una proposta di lettura che non deve assolutamente mancare nel patrimonio culturale di ogni lettore: L'infinito viaggiare di Claudio Magris.
Scheda tecnica: pubblicato da Oscar Mondadori nel 2005, per la prima volta (sono poi seguite numerose ristampe), al prezzo di 9.50 euro, raccoglie una quarantina di capitoli dove sono descritti e commentati i viaggi compiuti dallo scrittore in un arco temporale piuttosto ampio, dalla fine degli anni Ottanta al 2003, in un panorama geografico molto vasto, che comprende territori dell'estremo oriente, come la Cina o il Vietnam fino ad arrivare in Australia, e nazioni confinanti con l'Italia, come la Bavaria e la ex Jugoslavia.
Magris, docente di letteratura tedesca all'università di Trieste e collaboratore del "Corriere della Sera", riunisce in un unico libro una vasta serie di riflessioni e ricordi legati a luoghi geografici estremamente diversi gli uni dagli altri, e visitati in momenti temporali distanti, ma accomunati dallo sguardo di chi li osserva, viaggiatore attento e curioso, disponibile all'incontro e al dialogocon culture diverse eppure vicine, che traggono proprio dalla loro autonomia e diversità motivo di confronto costruttivo e di arricchimento. Viaggiare attraverso gli occhi, e le parole, di Magris costituisce una grandissima occasione per il lettore di comprendere l'atteggiamento che un vero viaggiatore dovrebbe avere: non dimenticare la propria identità ma porsi in costante dialogo e confronto non solo con le persone incrociate lungo la strada ma con il patrimonio letterario e culturale di ogni nazione visitata. Grande è la lezione che Magris ci porge, affascinanti e potenti le riflessioni che le persone e i luoghi visitati suscitano nello scrittore, che si interroga non solo sul senso del viaggiare ma anche, e soprattutto, sul senso del patrimonio culturale dei paesi e sul senso profondo dell'esistenza.
Grande, immenso, Magris invita il lettore a elevare il proprio animo e a concedersi l'impagabile e necessario lusso del viaggiatore, che si spoglia dei problemi quotidiani e fugge altrove, per ritrovare se stesso e il senso delle cose.
"Ad ogni viaggio, ad ogni partenza, alcuni sensi si acuiscono e altri si ottundono. Ad assopirsi sono le antenne della sospettosa e ansiosa sorveglianza quotidiana, di solito pronte a registrare i segnali di tutto ciò che può minacciare l'ordine e il dominio del piccolo mondo in nostro potere; partire è anche un lasciarsi andare, mollare la zavorra, socchiudere gli occhi come quando si guarda il sole, pigliare quel che viene."