Buonasera cari book lovers,
come procede la settimana? Ormai molti (fortunati) di voi saranno già in vacanza.
Quali sono le letture che preferite fare durante il periodo estivo?
Oggi vi propongo un libro adatto alla stagione, magari da leggere su una sdraio in riva al mare:
Gioco pericoloso di Gabriella Genisi.
Scheda tecnica: pubblicato da Sonzogno nel 2014 al prezzo di 12 euro, fa parte di un ciclo di romanzi gialli opera della scrittrice barese Gabriella Genisi, che ha inventato il personaggio di Lolita Lobosco, sexy investigatore a capo della Omicidi di Bari. Questo è il quarto libro della serie, tutta pubblicata da Sonzogno.
Gioco pericoloso ha tutte le ricette del classico romanzo giallo piacevole e senza troppe pretese. Una lettura assolutamente leggera e spedita (per intenderci, ho concluso il libro dopo soli due giorni).
Il personaggio principale, il commissario Lolita Lobosco, è una donna in carriera, indipendente, sensuale ma al tempo stesso estremamente femminile e profondamente amante della sua terra.
Molto interessante l'idea di lasciare a Lolita il compito di narrare la vicenda attraverso un dialogo costante, intercalato da forme dialettali e colloquiali davvero piacevoli, con il lettore che viene coinvolto in presa diretta nelle riflessioni e preoccupazioni della commissaria.
Brillante la scrittura, ben strutturati i protagonisti, dettagliata l'ambientazione a Bari (si nota una profonda conoscenza e un grande amore da parte della scrittrice nei confronti della sua città).
La trama ruota intorno a due omicidi, quello di un famoso calciatore del Bari e di un importante personaggio della Bari "bene". Le indagini porteranno a scoprire un giro d'affari miliardario, in grado di mettere a repentaglio e a soqquadro l'intero mondo del calcio.
Pecca del romanzo - problema che, a mio avviso, molti gialli condividono - la facilità dell'intrigo: a metà libro inizia a essere chiara, per il lettore, la conclusione della vicenda, che anzi pare troppo accelerata nel finale, quasi la scrittrice avesse avuto fretta di concludere.
In generale, niente di nuovo, niente di originale.
Ricorda (e in realtà lo cita), ovviamente, il ben più famoso Montalbano di cui Lolita sembra in qualche modo essere il corrispettivo femminile.
Una lettura da spiaggia, in definitiva. Sanza infamia e sanza lode.
"Nasco barese e barese morirò, perché la baresità è uno stato mentale. Ti fa sentire un'impunita, come capita a certe bellezze francesi, che quando camminano pensano lasciatemi passare, la più bella sono io. Ma in fondo resto una femmina napoletana uguale a mia nonna Dolò. Di quelle veraci, come le vongole e la pummarola. Donne superstiziose fino all'osso, che ai sogni ci credono eccome. Non per niente a casa mia quand'ero bambina, il libro della Smorfia per l'interpretazione dei sogni da tradurre in numeri da giocarsi al banco del Lotto, era più rispettato della Bibbia stessa."
voto: 2 stelline