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martedì 30 dicembre 2014

Soffocare

Buonasera cari booklovers,

concludiamo l'anno con un consiglio di lettura e una recensione di un bravo scrittore americano che vi consiglio di aggiungere all'elenco dei libri da leggere nel 2015: Soffocare di Chuck Palahniuk.


Scheda tecnica: pubblicato nel 2001 in America e nel 2002 in Italia da Mondadori (l'edizione Oscar costa 10 euro), è opera di Palahniuk, nato a Portland nel 1962 e diventato famoso per il romanzo Fight Club (1996) da cui è stato tratto il film interpretato da Brad Pitt. Dopo il successo, Palahniuk ha continuato a scrivere e pubblicare romanzi, tra cui quello di cui parleremo oggi, il cui protagonista è Victor Mancini, ex studente di medicina, sessodipendente, fallito e imbroglione.

Il protagonista di questa storia non brilla per alcuna dote morale o fisica: Palahniuk tratteggia la classica figura di chi non ce l'ha fatta, di chi non ha avuto sconti dalla vita e non è riuscito a uscirne. 
Figlio di una donna drogata e piena di problemi giudiziari, sballottato da una famiglia adottiva all'altra, Victor Mancini parla in prima persona e si racconta, senza fronzoli senza perbenismo senza giustificazioni, mostrando la miseria della sua vita. Lo troviamo a lavorare in un luogo bizzarro, come figurante all'interno di una città che pretende di ricreare l'ambientazione storica di fine Settecento e di attrarre turisti e curiosi; costretto a sottostare all'umiliazione di un lavoro di questo genere, malpagato, Victor arrotonda fingendo, quasi ogni sera, di soffocare. Ogni volta un ristorante diverso, ogni volta la stessa scena: il finto soffocamento e poi una persona che si butta su di lui e lo salva, diventando un eroe e dando, spesso, senso alla propria esistenza al punto da sentirsi in dovere di aiutare, soprattutto economicamente, il povero Victor.
Victor che è anche, e soprattutto, un sessodipendente a caccia costante di endorfine e di emozioni che possano fargli dimenticare, anche solo per un momento, la desolazione della sua esistenza.
Siamo di fronte, qui, a uno dei tanti romanzi che vengono pubblicati in questo periodo dove il protagonista incarna tutte le caratteristiche di quegli innumerevoli uomini medi, infelici e falliti, incapaci di reagire e sconfiggere le proprie dipendenze, costretti a trovare inganni e sotterfugi nel tentativo di rimanere a galla.
Soffocare non trasmette alcun messaggio di fiducia: non c'è redenzione, non c'è evoluzione, non c'è cambiamento - se non vagamente accennato nel finale -, c'è solo la storia di un uomo che subisce e che a sua volta aggredisce, la storia delle persone che gravitano intorno alla sua vita, dalla madre ormai vecchia e ricoverata in un ospizio alle donne con cui condivide la sua dipendenza e all'amico Denny, leale e presente, in un vorticare di volti e nomi di figure tutte, nessuna esclusa, accomunate dalla follia. C'è solo la storia di persone. Persone che non sono buone o cattive, pazze o sane, persone su cui non è possibile formulare un giudizio netto, proprio perché sono semplicemente questo: uomini.
Se da una parte Palahniuk non racconta nulla di nuovo ma propone un tema che molto spesso la letteratura contemporanea presenta, pregevole è il modo attraverso cui orchestra la narrazione. La decisione di far parlare direttamente il personaggio, di permettere al lettore di penetrare all'interno dei suoi pensieri e di rovistare nel suo passato, il tono lucido e spesso tagliente che Victor stesso utilizza per rimarcare le sue scelte e descrivere i suoi ricordi, costituiscono interessanti mezzi stilistici che lo scrittore mette in campo per costringere il lettore a immergersi - provare empatia è impossibile - nella narrazione e non uscirne indenni.

"Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi.
A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro.
Oppure possiamo scegliere da noi.
E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito."

Voto: 3 stelline



lunedì 8 dicembre 2014

Il birraio di Preston

Buonasera cari book lovers,

come è andato questo lungo w-e? Vi siete dedicati a letture e ozii?
Per salutarci e iniziare la settimana con maggiore energia, vi propongo un romanzo di uno scrittore italiano amatissimo: Il birraio di Preston di Andrea Camilleri.


Scheda tecnica: pubblicato per la prima volta nel 1995 da Sellerio e acquistabile al prezzo di 10 euro, è opera del famosissimo scrittore siciliano Andrea Camilleri, Lasciato da parte, per una volta, il suo commissario Montalbano, Camilleri orchestra una narrazione articolata e raffinata ispirata a un fatto di cronaca: nell'Inchiesta sulle condizioni sociali ed economiche della Sicilia (1875-1876) si accenna infatti a malumori causati dal desiderio del prefetto Fortuzzi di inaugurare il nuovo teatro di Caltanisetta con l'opera, sconosciutissima e male accolta dai siciliani, de Il birraio di Preston.

Ventiquattro capitoli distribuiti in 162 pagine. Non dimenticate di sbirciare alla fine dell'indice perché troverete una piccola sorpresa e una chiave di lettura del romanzo.
Camilleri ambienta i fatti nel paesino di Vigàta, alternando in ogni capitolo vari protagonisti della vicenda. I vigatesi rifiutano categoricamente l'imposizione, da parte del prefetto, di inaugurare il nuovo teatro con l'opera di un certo Luigi Ricci, compositore dotato di scarso talento e poco amato dal pubblico. Tutti si domandano i motivi che hanno indotto il prefetto, originario di Firenze, a imporre ai siciliani questa scelta. 
Nel corso del racconto si alternano molte voci: dal prefetto, che cerca di conoscere la Sicilia attraverso i libri illustrati ed evitando accuratamente di uscire dall'ufficio, a don Memè, che assicura il suo appoggio al prefetto, utilizzando mezzi poco leciti e illegali per far trionfare le ragioni del fiorentino; dal mazziniano Traquardi che si rifugia a Vigàta e organizza, insieme a due compari, l'incendio del teatro poco dopo la funesta inaugurazione, al delegato Puglisi che tenta di far luce sull'origine dell'incendio, responsabile della morte di due persone, per soffocamento da fumo, e una terza, uccisa dai soldati del prefetto.
In un crescendo di immagini e dialoghi, siamo travolti dalla descrizione del triste epilogo all'inaugurazione del teatro: la popolazione, costretta dai soldati ad assistere alla rappresentazione del Birraio, si spaventa e inizia a fuggire a causa di una clamorosa stecca della cantante lirica Maddalena Paolazzi, dando vita a una scena grottesca e surreale di scontro tra civili e soldati e panico collettivo. In mezzo a questo caos, Puglisi, seduto su una poltrona, si tiene la testa tra le mani.
Pregio notevole di questo libro sta nell'abile architettura narrativa: i capitoli non seguono alcun ordine logico ma sono giustapposti l'uno all'altro in modo da restituire al lettore un pezzetto del grande puzzle che compone la vicenda, confusa e intricata. Ogni capitolo segue il pensiero e le azioni di uno dei protagonisti con una vividezza narrativa e, soprattutto, linguistica che rendono ogni parola ricca di significato. Il lavoro che fa Camilleri sul linguaggio è straordinario: i dialoghi costellano tutto il romanzo e si alterna il dialetto siciliano a quello toscano con una proprietà e capacità di linguaggio ammirevole. Su tutto regna l'ironia, l'arguzia, il gioco di parole, la sensazione che l'autore sta ridendo dei suoi compaesani, così pieni di contraddizioni, di luci ed ombre.

"E qui capitarono altre storie. Come quella di Sciaverio che, assicutato da un milite, gli sparò un colpo che lo pigliò alla mano o come quella del milite Micciché Francesco che, andando appresso a uno, nel passare dintra un vicolo stritto stritto gli arrivò in testa un càntaro chino di merda e pisciazza. A tutta la battaglia il diligato Puglisi non partecipò.
Fin dal principio del burdello si era assittato sconfortato su una seggia della platea e si era pigliato la testa tra le mani."

Voto: 3 stelline

Per chi fosse interessato a parlare del libro, appuntamento, dal vivo, alla Biblioteca di Desio giovedì 11 alle 21!