concludiamo l'anno con un consiglio di lettura e una recensione di un bravo scrittore americano che vi consiglio di aggiungere all'elenco dei libri da leggere nel 2015: Soffocare di Chuck Palahniuk.
Scheda tecnica: pubblicato nel 2001 in America e nel 2002 in Italia da Mondadori (l'edizione Oscar costa 10 euro), è opera di Palahniuk, nato a Portland nel 1962 e diventato famoso per il romanzo Fight Club (1996) da cui è stato tratto il film interpretato da Brad Pitt. Dopo il successo, Palahniuk ha continuato a scrivere e pubblicare romanzi, tra cui quello di cui parleremo oggi, il cui protagonista è Victor Mancini, ex studente di medicina, sessodipendente, fallito e imbroglione.
Il protagonista di questa storia non brilla per alcuna dote morale o fisica: Palahniuk tratteggia la classica figura di chi non ce l'ha fatta, di chi non ha avuto sconti dalla vita e non è riuscito a uscirne.
Figlio di una donna drogata e piena di problemi giudiziari, sballottato da una famiglia adottiva all'altra, Victor Mancini parla in prima persona e si racconta, senza fronzoli senza perbenismo senza giustificazioni, mostrando la miseria della sua vita. Lo troviamo a lavorare in un luogo bizzarro, come figurante all'interno di una città che pretende di ricreare l'ambientazione storica di fine Settecento e di attrarre turisti e curiosi; costretto a sottostare all'umiliazione di un lavoro di questo genere, malpagato, Victor arrotonda fingendo, quasi ogni sera, di soffocare. Ogni volta un ristorante diverso, ogni volta la stessa scena: il finto soffocamento e poi una persona che si butta su di lui e lo salva, diventando un eroe e dando, spesso, senso alla propria esistenza al punto da sentirsi in dovere di aiutare, soprattutto economicamente, il povero Victor.
Victor che è anche, e soprattutto, un sessodipendente a caccia costante di endorfine e di emozioni che possano fargli dimenticare, anche solo per un momento, la desolazione della sua esistenza.
Siamo di fronte, qui, a uno dei tanti romanzi che vengono pubblicati in questo periodo dove il protagonista incarna tutte le caratteristiche di quegli innumerevoli uomini medi, infelici e falliti, incapaci di reagire e sconfiggere le proprie dipendenze, costretti a trovare inganni e sotterfugi nel tentativo di rimanere a galla.
Soffocare non trasmette alcun messaggio di fiducia: non c'è redenzione, non c'è evoluzione, non c'è cambiamento - se non vagamente accennato nel finale -, c'è solo la storia di un uomo che subisce e che a sua volta aggredisce, la storia delle persone che gravitano intorno alla sua vita, dalla madre ormai vecchia e ricoverata in un ospizio alle donne con cui condivide la sua dipendenza e all'amico Denny, leale e presente, in un vorticare di volti e nomi di figure tutte, nessuna esclusa, accomunate dalla follia. C'è solo la storia di persone. Persone che non sono buone o cattive, pazze o sane, persone su cui non è possibile formulare un giudizio netto, proprio perché sono semplicemente questo: uomini.
Se da una parte Palahniuk non racconta nulla di nuovo ma propone un tema che molto spesso la letteratura contemporanea presenta, pregevole è il modo attraverso cui orchestra la narrazione. La decisione di far parlare direttamente il personaggio, di permettere al lettore di penetrare all'interno dei suoi pensieri e di rovistare nel suo passato, il tono lucido e spesso tagliente che Victor stesso utilizza per rimarcare le sue scelte e descrivere i suoi ricordi, costituiscono interessanti mezzi stilistici che lo scrittore mette in campo per costringere il lettore a immergersi - provare empatia è impossibile - nella narrazione e non uscirne indenni.
"Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi.
A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro.
Oppure possiamo scegliere da noi.
E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito."
Voto: 3 stelline